Le aziende parlano l'Itanglese
Look, business, fashion le più usate
Uno studio della Agostini Associati sull'utilizzo dei termini inglesi
Nelle comunicazioni delle imprese è aumentato del 773% in nove anni
di AIDA ANTONELLI
Fanno brainstorming in conference call e informano i partner della loro mission durante meeting appositi: nelle aziende del Belpaese si parla sempre meno italiano e sempre più inglese. O meglio, una lingua 'mista' nella quale, rispetto all'italiano, crescono l'utilizzo di termini anglosassoni e un nuovo vocabolario professionale.
La società Agostini Associati, leader nel settore delle traduzioni e dell'interpretariato, ha condotto una ricerca circa "l'Itanglese" e il risultato è stato sorprendente: dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi confluite nella lingua scritta delle imprese è aumentato del 773%. Vale a dire che su un campione di 58 milioni di parole prodotte da circa 200 aziende italiane, la scelta di optare per la parola inglese anziché per quella italiana è cresciuta esponenzialmente. Il motivo? L'inglese resta la lingua più usata nel settore degli affari e in ambito economico e la globalizzazione ha spinto le imprese italiani ad adeguarsi per affrontare i nuovi mercati.
Dallo studio emerge che nel linguaggio commerciale i primi tre termini inglesi più utilizzati nelle aziende sono: look, business, fashion. Seguiti poi da performance, competitor, annual report, mission; e ancora: buyer, brand, switch. La graduatoria è contenuta in una tabella stilata analizzando documenti tradotti nell'anno 2000, paragonati a quelli tradotti nel 2008, sempre di tipologia istituzionale. Risultato: nelle documentazioni o nelle presentazioni aziendali - di marketing soprattutto - il peso e la densità dei termini anglosassoni arriva anche al 35% del totale.
Agli operatori italiani l'Itanglese piace. Per il 29% degli intervistati dalla Agostini Associati (che ha curato l'indagine oltre alla ricerca), è un fenomeno positivo che vuol dire modernità. Il 25% la ritiene un'usanza fastidiosa, mentre un ristrettissimo 9% giudica la tendenza "eccessiva" e afferma di avere difficoltà a capire chi abusa dei termini inglesi.
Ormai, però, nelle aziende è diventata prassi corrente chiamare human resources il personale, mentre i concorrenti sono diventati competitor e l'analisi comparata da svolgere sarà, per farsi capire, un benchmarking. Chi parla ancora solo in italiano, insomma, rischia il flop dell'incomunicabilità: oggi per farsi capire in azienda bisogna esprimersi in Itanglese.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/itanglese/itanglese/itanglese.html
Look, business, fashion le più usate
Uno studio della Agostini Associati sull'utilizzo dei termini inglesi
Nelle comunicazioni delle imprese è aumentato del 773% in nove anni
di AIDA ANTONELLI
Fanno brainstorming in conference call e informano i partner della loro mission durante meeting appositi: nelle aziende del Belpaese si parla sempre meno italiano e sempre più inglese. O meglio, una lingua 'mista' nella quale, rispetto all'italiano, crescono l'utilizzo di termini anglosassoni e un nuovo vocabolario professionale.
La società Agostini Associati, leader nel settore delle traduzioni e dell'interpretariato, ha condotto una ricerca circa "l'Itanglese" e il risultato è stato sorprendente: dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi confluite nella lingua scritta delle imprese è aumentato del 773%. Vale a dire che su un campione di 58 milioni di parole prodotte da circa 200 aziende italiane, la scelta di optare per la parola inglese anziché per quella italiana è cresciuta esponenzialmente. Il motivo? L'inglese resta la lingua più usata nel settore degli affari e in ambito economico e la globalizzazione ha spinto le imprese italiani ad adeguarsi per affrontare i nuovi mercati.
Dallo studio emerge che nel linguaggio commerciale i primi tre termini inglesi più utilizzati nelle aziende sono: look, business, fashion. Seguiti poi da performance, competitor, annual report, mission; e ancora: buyer, brand, switch. La graduatoria è contenuta in una tabella stilata analizzando documenti tradotti nell'anno 2000, paragonati a quelli tradotti nel 2008, sempre di tipologia istituzionale. Risultato: nelle documentazioni o nelle presentazioni aziendali - di marketing soprattutto - il peso e la densità dei termini anglosassoni arriva anche al 35% del totale.
Agli operatori italiani l'Itanglese piace. Per il 29% degli intervistati dalla Agostini Associati (che ha curato l'indagine oltre alla ricerca), è un fenomeno positivo che vuol dire modernità. Il 25% la ritiene un'usanza fastidiosa, mentre un ristrettissimo 9% giudica la tendenza "eccessiva" e afferma di avere difficoltà a capire chi abusa dei termini inglesi.
Ormai, però, nelle aziende è diventata prassi corrente chiamare human resources il personale, mentre i concorrenti sono diventati competitor e l'analisi comparata da svolgere sarà, per farsi capire, un benchmarking. Chi parla ancora solo in italiano, insomma, rischia il flop dell'incomunicabilità: oggi per farsi capire in azienda bisogna esprimersi in Itanglese.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/itanglese/itanglese/itanglese.html